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al testo di Giovanni Degli Esposti
Natale 2011
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e di nuovo nascerai
tra grattacieli inumani e spietate fabbriche alienanti di uomini puzzolenti ciminiere e tralicci scheletrici sono i nuovi abeti del tuo presepe.
Illuminiamo le brutture di luci abbacinanti per farci crederle belle cantiamo inni che non crediamo ci salutiamo finti felici pur continuando a diffidarci.
Perdona questa commedia che tu ben conosci mentre distendi il tuo neonato corpo fra le case di fango delle favelas o sulle acque malsane che allagano terre un giorno fatate di templi lontani e di rovine.
Anche nelle città di grattacieli irte c'è ancora chi piange e ti attende
noi ti abbiamo dimenticato Tu non lasciarci soli.
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Franca Alaimo
- 03/01/2012 00:15:00
[ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]
Sentire lattualità di un "mito" significa trasformarlo in fede autentica. Gesù, il verbo incarnato, nasce in ogni poesia ispirata dallevento del Natale ed elegge come suoi luoghi tutti quelli che sono abitati dai male e dallindigenza. Lamore compassionevole del poeta per quanti soffrono è quello che rende testimoni di natalità i suoi versi; se per natalità cristica intendiamo la trasformazione del male in bene, della disperazione in speranza, dellesclusione in accettazione. Giovanni dimostra che la poesia riattualizza ogni argomento, quando la immette nella verità concreta del tempo e dello spazio.
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Nando
- 22/12/2011 20:28:00
[ leggi altri commenti di Nando » ]
Bella poesia, Giovanni; come spesso accade, le tue poesie hanno un respiro largo, si avverte uno sguardo su luomo nella sua concretezza spaziale e temporale. Ciò che hai scritto in questo testo, mi ricorda che la "stalla" trasfigurata dal Neonato può essere simbolo di tutte quelle condizioni che hai descritto e che solo la Luce del Natale può liberare dalla loro bruttezza.
Auguri di cuore
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Censa Cucco
- 22/12/2011 16:25:00
[ leggi altri commenti di Censa Cucco » ]
e proprio una preghiera! noi ti abbiamo dimenticato, tu non lasciarci soli nonostante tutto...
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Fiammetta Lucattini
- 22/12/2011 11:21:00
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La direi una preghiera laica ricolma di speranza "divina". Auguri.
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